Cos’è root sui sistemi Linux?
Cosa significa root e perché è così importante sui sistemi Linux? Scopriamolo insieme.

Chiunque venga a contatto con il mondo Linux prima o poi sentirà parlare dell'utente root, un utente "misterioso e potente" da cui tutti gli utenti principianti devono tenersi alla larga se non vogliono arrecare danni al PC. Questi timori sono giustificati, ma per poter domare una potenza simile è sufficiente conoscerla, così da sapere come usarla all'occorrenza e quando invece evitarla (utilizzando dei comandi speciali in grado di emulare i permessi di cui è dotato l'utente root).
Nella seguente guida vi spiegheremo in parole semplici cos'è root sui sistemi Linux, come viene utilizzato questo speciale account, come richiamarlo da un account utente standard e come si è evoluto su Android, dove è diventato decisamente uno degli strumenti più utilizzati dagli smanettoni (insieme alle Custom ROM).
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Cos'è Root?
L'utente root è l'utente con i poteri amministrativi più elevati, quindi è a tutti gli effetti un account "superutente". Con questo account è possibile fare qualsiasi cosa, incluso distruggere in un secondo l'intero sistema (non stiamo scherzando!).
Il suo ruolo di account cattivo o buono dipende esclusivamente dalle abilità dell'amministratore di sistema quando decide di utilizzarlo: i comandi lanciati in root possono essere pericolosi, ma possono anche risolvere grane o problemi non risolvibili con l'account normale o con gli strumenti d'elevazione dei permessi (che vedremo più avanti nella guida).
Gli errori commessi dall'utente root possono essere catastrofici, quindi l'account root deve essere utilizzato esclusivamente per scopi amministrativi. Anche per questo motivo l'account è disabilitato sulle distribuzioni GNU/Linux destinate ad un pubblico principiante o votate alla semplicità.
Ubuntu e Mint hanno per esempio l'account root disabilitato di default, anche se è possibile comunque attivarlo in qualsiasi momento. Altre distribuzioni per esperti (come ad esempio Debian) forniscono fin da subito l'account root e possiamo accedervi nella schermata di login senza problemi.
Come usare root su Linux
Per usare l'account root su Linux è sufficiente effettuare il login dalla schermata iniziale usando come nome utente root e digitando la relativa password di root.

Una volta ottenuto l'accesso avremo a disposizione la cartella personale di root e i suoi file di configurazione, ma visti i suoi permetti esso può accedere a tutte le altre cartelle del file system presenti sul disco, incluse le Home e le cartelle con i file di configurazione degli altri utenti presenti nella distribuzione Linux.
Volendo possiamo anche cancellare tutti gli altri utenti e crearne di nuovi, senza utilizzare nessun tipo d'interfaccia grafica e senza dover inserire una password di sicurezza per portare a termine l'operazione. Usare root richiede tanta responsabilità: meglio quindi lasciarlo solo per le emergenze o solo se l'account del profilo utente non funziona più come dovrebbe.
Sudo e su: elevare i permessi senza root
Per minimizzare gli effetti di root sulle distribuzioni semplici si è preferito disattivare del tutto l'accesso a root, ma per alcune operazioni amministrative e per installare nuovi programmi si è reso necessario trovare un modo per poter elevare i permessi degli utenti standard (temporaneamente), senza dover scomodare root ogni volta.
Per questa necessità possiamo utilizzare il comando sudo all'interno di un terminale: lanciando aggiungendo questa stringa al comando che vogliamo lanciare esso acquisirà i permessi di root temporanei (fino al termine dell'esecuzione del comando stesso), così da poter compiere tutte quelle operazioni effettuabili solo da utenti amministrativi. Un esempio di comandi con sudo da lanciare su Ubuntu o su Mint sono:
- sudo apt update: aggiornerà gli indici dei repository, alla ricerca di nuovi aggiornamenti.
- sudo apt upgrade: permetterà di aggiornare tutti i programmi e i pacchetti presenti nel sistema.
- sudo apt full-upgrade: con questo comando aggiorneremo tutti i programmi presenti ed effettueremo anche l'avanzamento di versione (se presente).
- sudo apt install "nome-programma": permette di installare un nuovo programma, se conosciamo il nome del pacchetto.
- sudo apt remove "nome-programma": rimuove un programma, senza cancellare i file di configurazione.
- sudo apt purge "nome-programma": rimuove un programma cancellando anche tutti i file di configurazione.
- sudo apt autoremove: rimuove i pacchetti non più utilizzati dai programmi disinstallati, così da effettuare un po' di pulizia.
- sudo gedit: apre il blocco note con i permessi di root.
- sudo nautilus: apre l'esplora file con i permessi di root.
Al termine dell'esecuzione del comando i permessi speciali verranno revocati, così da evitare che l'utente possa arrecare danno al sistema.
Comando su
Il comando su invece permette di richiamare root all'interno di un terminale, senza dover fare il login dalla schermata iniziale. Sulle distribuzioni in cui root è attivo possiamo anche evitare di entrare ogni volta in root dalla schermata di login, sfruttando il suo "potere" in una finestra del terminale digitando come comando su o sudo su.

Dopo aver inserito la password quella finestra del terminale verrà assegnata a root, e potremo lanciare al suo interno i comandi amministrativi più potenti senza dover uscire dall'account in uso fino a quel momento. Al termine della sessione amministrativa basterà chiudere la finestra del terminale.
Evoluzione di root su Android
La potenza di root è ben nota agli utenti smanettoni di Android, visto che questo sistema operativo per telefoni è basato su Linux e ne ricalca il funzionamento in molti aspetti. Di base sui telefoni l'account root è disabilitato, ma possiamo riattivarlo facilmente seguendo le istruzioni presenti nella nostra guida Come fare il Root Android per sbloccare il cellulare.
Con il root sbloccato su Android possiamo accedere alle cartelle di sistema normalmente bloccate, modificare dei file di sistema per ottimizzazioni e installare delle app utili per potenziare il telefono. Per approfondire possiamo leggere le nostre guide 10 trucchi migliori per Android con ROOT e Migliori 40 app per Android con Root.
Se abbiamo problemi ad attivare il root sul nostro dispositivo Android, possiamo anche utilizzare un tool speciale come quello mostrato nella guida Magisk per ottenere i permessi di root su Android.
Conclusioni
L'account root e i relativi permessi sono l'arma più potente che è possibile utilizzare su Linux, quindi conviene utilizzare questo account solo per reale necessità. I permessi di superutente possono essere ottenuti anche con gli account normali (grazie a sudo) e, per gli amministratori di sistema molto esigenti, possiamo sempre utilizzare il comando su per elevare la finestra del terminale a root, senza dover uscire dall'account corrente.
Su Android root è utile per ottenere funzioni avanzate, ma essendo disattivato di default la sua manipolazione fa saltare la garanzia offerta dal produttore, oltre a creare qualche problema con le app in grado di rilevare la presenza di root (basti pensare alle app bancarie o alle app di streaming).
Per ottenere qualcosa di simile a root su Windows vi invitiamo a leggere le nostre guide Diventare amministratore Windows su qualsiasi PC prima dell'avvio e Come attivare l'account amministratore in Windows 10.