Può lo smartphone riconoscere se parlo e ascoltare cosa dico?
Lo smartphone che usiamo tutti i giorni ci spia? Conosce tutto di noi? Sfatiamo insieme miti e leggende sullo spionaggio dei telefoni.
Quante volte ci sarà capitato di ritrovarci, tra i banner o i suggerimenti di un social o di un e-commerce, uno prodotto di cui avevamo appena parlato con un amico o con un parente? Questo viene portato spesso come esempio di spionaggio da parte dei telefoni moderni (Android e iPhone), visti come dei microfoni spia che restano sempre accesi e ascoltano tutto quello che diciamo senza il nostro permesso.
Ovviamente non dobbiamo credere subito a tutte le teorie complottistiche infondate che ci vengono propinate! Nella seguente guida vi mostreremo la verità sulla raccolta dei dati effettuata da qualsiasi telefono, come funziona il microfono sugli smartphone (e i relativi permessi) e come fa un'azienda a sapere in anticipo cosa desideriamo o cosa vogliamo comprare a breve.
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Siamo tutti profilati?
Le grandi aziende tecnologiche tengono traccia dell'attività svolta dagli utenti sui propri siti e, tramite speciali cookie, possono estendere questa tracciatura anche sugli altri siti che visitiamo o sulle ricerche che effettuiamo da altre postazioni o da altri dispositivi.
Nessuno di noi sospetta fino in fondo quando estesa può essere la tracciatura dei siti commerciali: se cerchiamo un paio di scarpe su Google (anche solo le immagini) non ci aspettiamo che lo stesso paio di scarpe ci sia consigliato su Amazon o su Facebook, visto che non abbiamo mai cercato quelle scarpe su questi siti!
La verità è che ognuno di noi ha un proprio profilo Internet ben definito (ID), una stringa alfanumerica completamente anonima ma facilmente associabile ad un preciso utente. Su questo profilo finiscono tutte le ricerche che effettuiamo su Google, tutti i video che apriamo su YouTube, tutti i profili che apriamo sui social, tutti i mi piace i Like che mettiamo alle foto o ai posti sui social, tutti i video che vediamo su TikTok e le preferenze su come impostiamo il browser o il telefono.
L'avvento di algoritmi sempre più precisi e delle reti neurali ha fatto il resto: le app e i siti web quindi non sanno per forza il nostro nome e cognome, ma possono sapere in anticipo cosa ci piace in base ai nostri gusti, in base alle nostre ricerche e in base ai nostri acquisti recenti, indovinando di cosa abbiamo bisogno o cosa vogliamo ancor prima di rendercene conto.
Dal punto di vista legale e della privacy è tutto in regola, almeno per i grandi siti commerciali: l'ID di ognuno di noi è anonimo, quindi siamo solo una stringa alfanumerica non associabile direttamente a noi ma che, una volta installata sul nostro telefono o sul nostro PC, ci identifica su tutti i siti web, qualsiasi cosa facciamo.
Anche se tutto questo può spaventare, vi basta sapere che sia Google che altre aziende offrono il pieno controllo sulle impostazioni della privacy, limitando la condivisione di informazioni con i siti di terze parti e bloccando anche l'uso della tracciabilità specifica: in questo caso avremo annunci o consigli meno personalizzati.
Il microfono del telefono è sempre acceso e ci spia?
Sui moderni telefoni il microfono resta spesso sempre in ascolto per poter ascoltare il comando degli assistenti vocali come Google Assistant, Apple Siri e Amazon Alexa. Questo spesso viene visto come uno strumento lesivo della privacy, ma a conti fatti non lo è: tutte le informazioni registrate dagli assistenti vocali possono essere utilizzati solo per migliorare la precisione dell'assistente, conservati solo per un determinato periodo di tempo e, cosa molto importante, ogni utente può decidere di cancellarli, impedirne l'uso per migliorare il servizio o diminuire la quantità di tempo per conservare le conversazioni.
Da questo punto di vista sia Google che Amazon offrono pagine dedicate alla privacy degli assistenti vocali, senza dimenticare che possiamo sempre disattivare Google Assistant e Apple Siri sui nostri telefoni.
Come controllare i permessi del microfono
Ad esclusione degli assistenti vocali tutte le app o i servizi che avviamo sul telefono devono chiedere il permesso per utilizzare il microfono, con un'avviso al centro dello schermo e un'icona in alto quando il microfono è accesso e in grado di registrare.
Se notiamo la comparsa dell'icona del microfono o ci viene chiesto il permesso di utilizzare il microfono, facciamo estrema attenzione: se l'app è affidabile (come per esempio ZOOM, WhatsApp, Telegram, Skype, Google Duo o altri) possiamo anche autorizzare il microfono; se invece l'app è un gioco o un'app che non offre servizi vocali, il permesso di accesso al microfono è molto sospetto e andrebbe bloccato.
Gli speaker per la domotica ci spiano?
Cosa fare invece con gli speaker della domotica come Google Nest e Amazon Echo, sempre più utilizzati nelle case degli italiani?
Per il loro funzionamento il microfono deve essere sempre acceso, ma nulla vieta di spegnere il microfono in qualsiasi momento (premendo l'apposito tasto) e di modificare le impostazioni della privacy per tutte le registrazioni vocali effettuate con esse, come visto nel nostro articolo dedicato ad Amazon Alexa.
Conclusioni
Tirando le somme possiamo dire che i telefono moderni non necessitano di tenere il microfono sempre acceso per poter scoprire quello che ci piace o che desideriamo, visto che la profilazione effettuata da tutte le app commerciali è più che sufficiente per scoprire in piena autonomia cosa ci piace e cosa saremmo disposti a comprare (cosa molto importante di questi tempi).
Paradossalmente possiamo anche tenere sempre i microfoni dei nostri telefoni chiusi e sigillati (magari disattivando anche gli assistenti vocali) e comunque ricevere banner, messaggi, email e annunci di quello che abbiamo parlato pochi giorni fa, visto che di fatto un algoritmo ha predetto (con buona precisione) cosa desideriamo comprare.
Per essere spiati quindi è necessario sempre autorizzare sul nostro telefono alcune app di spionaggio (magari a nostra insaputa), altrimenti non esiste telefono che ci "spia" nel senso lato del termine.
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