Arriva la ricerca Google con AI: Utilità e Limiti da Conoscere

Anche se non tutti ancora possono vederla, dall'8 ottobre è attiva in Italia la modalità AI di Google, integrata nel motore di ricerca. Google AI Mode è una modalità di ricerca avanzata che usa l’intelligenza artificiale per rispondere a domande complesse, superando i semplici elenchi di siti. Basata sui modelli Gemini, appare come una scheda nei risultati o nell’app Google per Android e iOS. Il sistema interpreta l’intento, raccoglie dati da web, mappe e servizi come Shopping, e genera risposte strutturate: elenchi, tabelle o itinerari, con link alle fonti. In Italia, dall’8 ottobre, è accessibile a tutti con supporto per l’italiano, senza iscrizioni extra, anche se un account Google migliora la personalizzazione.
Da quando è uscita d'estate negli USA solo in lingua inglese, quando ho iniziato a testare le prime versioni di AI Mode su un account americano, sono rimasto molto colpito da come Google stesse provando a distruggere la normale ricerca a favore di risposte complete. Questa nuova funzionalità, a suo modo rivoluzionaria, è in grado di gestire bene domande intricate e complesse, come pianificare un weekend di vancanza o confrontare prodotti, tirando fuori mappe, tabelle, consigli tutto in un colpo. Il problema grosso sta nella ricerca normale, fatta di poche parole, quella che che facciamo tutti ogni giorno, dove non vogliamo un riassunto, ma i link ai siti web che ci servono.
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Quando Google AI Mode Risolve Problemi
Per ricerche che combinano più fonti, AI Mode è un alleato. È come un assistente che ordina il caos: invece di navigare tra tab, ottieni una vista unificata. Ad esempio, “idee per un weekend a Firenze con budget sotto i 200 euro” produce un piano con treni, musei e trattorie, con mappe e link per prenotare.
Per acquisti, eccelle nei confronti: “cuffie wireless sotto i 100 euro per sport” genera una tabella con modelli, prezzi e recensioni aggregate. In ambito lavorativo, aiuta con brainstorming: “campagna email per un blog tech” offre passi e tool gratuiti (incompleti ma è buono per iniziare). Queste risposte sfruttano testo, voce o immagini, adattandosi al contesto e risparmiando tempo.
Quando AI Mode Delude e Rallenta
Per servizi specifici, come “pizzeria aperta ora a Napoli”, AI Mode non va dritto al sito o agli orari aggiornati e può dare indicazioni su negozi chiusi o offerte scadute creando un riassunto vago. Le ricerche su come risolvere problemi spesso pescano da thread Reddit o forum come HWUpgrade di anni fa. Una query su “miglior VPN per Netflix” ha citato post del 2023, con provider obsoleti, ignorando aggiornamenti recenti.
Le sintesi inoltre, a volte, sono mischiate o confuse mescolando i diversi contesti e saltando passaggi logici: una guida su “configurare router TP-Link” omette varianti di modello. cercando “corsi coding gratuiti Milano” fonde opzioni online e locali senza chiarezza su date. Su temi sensibili – salute, finanza – offre risposte generiche senza avvisi su rischi farmacologici.
In Italia, fatica con eventi locali o servizi regionali, come sagre o trasporti pubblici, basandosi su dati web generici anziché su fonti aggiornate dei siti ufficiali di comuni o Trenitalia.
AI Mode lascia poco spazio ai link
Le risposte fornite dall'IA Google è molto selettiva con i link che inserisce nei riassunti e tende spesso a non includere link diretti a siti esterni per motivi, dicono, legati alle policy di sicurezza, all'affidabilità delle informazioni e alla neutralità del contenuto. Secondo la stessa Google AI, un link potrebbe essere percepito come una forma di promozione, compromettendo la neutralità della risposta che è obietivamente un'assurdità che va contro il principio di ogni motore di ricerca.
L'obiettivo di Google è piuttosto chiaro, vuole fornire informazioni complete e aggiornate direttamente nella risposta, senza obbligare l'utente a cliccare altrove e lasciare Google. L'assistente IA vuoel generare risposte complete e autosufficienti, anche se poi dipendono dalle fonti esterne.
L’Ottimismo Eccessivo e la Mancanza di Filtri
AI Mode tende a esaltare: ogni app di editing foto viene definita “leader”, ogni persona che ha un profilo Linkedin è descritto come grande professionista e, a volte, siccome mescola i dati, prende anche clamorose sviste.
AI Mode iin google, inoltre, non considera le preferenze personali, senza opzioni per filtrare fonti. Manca poi una coscienza critica: su temi come “sicurezza 5G” liquida dubbi con affermazioni generiche, senza evidenziare bias o controprove. Insomma, alla fine ogni risposta va verificata, trasformando un processo rapido in un loop laborioso.
Quando Usare AI Mode e Quando Ignorarla
Funziona bene per ricerche complesse: pianificare viaggi, confrontare prodotti o brainstorming creativo. È utile quando il tempo risparmiato supera i rischi di imprecisione, con link per approfondire. Ma funziona meglio di ChatGPT o Grok o Gemini stesso? Assolutamente no, per questo inserirla nel motore di ricerca, per me, non offre alcun miglioramento qualitativo.
AI Mode andrebbe secondo me ignorata per query transazionali (prenotazioni, orari), notizie fresche o temi critici, dove i risultati classici offrono snippet diretti e fonti affidabili che posso scegliere se cliccare o meno. Per ricerche locali italiane, come eventi o servizi, la ricerca standard è più precisa.
Breve riepilogo su AI Mode
- Perché non linka siti diretti per alcuni servizi? Prioritizza sintesi; aggiungi “sito ufficiale” alla query.
- Come evitare riassunti obsoleti? Usa “risultati 2025” o filtri data nei risultati standard.
- L’ottimismo esagerato è un bug? No, deriva dai dati; chi parla di se su internet, lo fa in modo da risultare il migliore.
- Posso escludere siti? Non nativamente; si potrebbero usare estensioni come Privacy Badger.
- Aggiungere filtri temporali o specifici alle query può aiutare.
- Alternative a Google AI mode che funzionano bene (o male) ugualmente sono Perplexity o DuckDuckGo (che si basa su ChatGPT).
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