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Come installare programmi su Ubuntu

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Abbiamo installato il nuovo sistema operativo Ubuntu ma non sappiamo come installare nuovi programmi? Scopri come fare in questa guida

installare programmi Linux Ubuntu

Passare a Ubuntu è come cambiare città: all’inizio tutto sembra nuovo e un po’ disorientante, ma basta poco per sentirsi a casa. Uno dei primi passi per ambientarsi è imparare a installare i programmi che servono per lavoro, svago o creatività. A differenza di Windows, dove si scarica un .exe e si clicca due volte, Ubuntu offre un sistema più strutturato e sicuro, ma anche intuitivo una volta capito il meccanismo. Questo viaggio tra software center, terminali e pacchetti alternativi è pensato per chi vuole padroneggiare l’installazione di programmi senza perdersi in tecnicismi.


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Il Software Center, il tuo negozio digitale

Il modo più semplice per installare programmi su Ubuntu è attraverso il Software Center, o meglio, l’App Center nelle versioni più recenti (come Ubuntu 24.04). Immaginalo come un negozio digitale, simile all’App Store di un telefono, ma senza il rischio di finire a pagare per un’app che scatta selfie con filtri da unicorno. Basta aprire l’App Center dalla barra laterale o cercarlo nel menu delle applicazioni. Qui si trovano programmi divisi per categorie, come grafica, giochi o produttività, con un motore di ricerca per chi sa già cosa vuole.

Cercare un programma è un gioco da ragazzi: si digita il nome, ad esempio Firefox o VLC, si clicca sul risultato e poi su “Installa”. Dopo aver inserito la password di amministratore, il sistema scarica e configura tutto in automatico. La bellezza dell’App Center è che gestisce anche gli aggiornamenti, quindi i programmi restano sempre freschi senza bisogno di interventi manuali. È il metodo ideale per chi è agli inizi o non vuole complicazioni.

Personalmente, trovo l’App Center una manna dal cielo per la sua immediatezza, soprattutto quando voglio installare qualcosa di leggero come GIMP per ritoccare foto senza dover aprire il terminale. È come ordinare una pizza: scegli, confermi e arriva tutto pronto.

Il terminale, un alleato potente

Per chi vuole un controllo maggiore o si diverte a “smanettare”, il terminale è il cuore pulsante di Ubuntu. Non lasciarti spaventare: non serve essere un hacker per usarlo. Il terminale permette di installare programmi con pochi comandi, sfruttando il gestore di pacchetti APT (Advanced Package Tool). Ad esempio, per installare LibreOffice, basta aprire il terminale (con Ctrl+Alt+T) e digitare:

sudo apt install libreoffice

Dopo aver inserito la password, APT scarica il programma e tutte le sue dipendenze (i file necessari per farlo funzionare). Prima di installare, è sempre meglio aggiornare l’elenco dei pacchetti con:

sudo apt update

Questo assicura che si stia scaricando la versione più recente disponibile nei repository ufficiali di Ubuntu. Il terminale è veloce, preciso e perfetto per chi vuole automatizzare o installare software non presenti nell’App Center, come strumenti per sviluppatori o utility di nicchia.

Un piccolo consiglio: se il terminale ti intimidisce, prova a usarlo per installare qualcosa di semplice, come htop (un monitor di sistema). Ti accorgerai che è come guidare una bici: dopo un paio di pedalate, diventa naturale.

Pacchetti Snap e Flatpak, il futuro delle app

Ubuntu non si limita ai classici pacchetti .deb (il formato standard di Debian). Negli ultimi anni, formati come Snap e Flatpak hanno guadagnato terreno. Questi pacchetti sono “contenitori” che includono il programma e tutte le sue dipendenze, rendendo l’installazione più semplice e compatibile tra diverse distribuzioni Linux.

Gli Snap sono nativi su Ubuntu, gestiti da Canonical, e si trovano spesso nell’App Center. Ad esempio, programmi come Spotify o Slack sono disponibili come Snap. Per installarli dal terminale, si usa:

sudo snap install spotify

I Flatpak, invece, non sono preinstallati, ma si possono aggiungere facilmente. Basta installare il supporto con:

sudo apt install flatpak

Poi si aggiunge il repository Flathub (il principale “negozio” di Flatpak):

flatpak install flathub org.gnome.gedit

Gli Snap sono comodi ma a volte criticati per essere più lenti all’avvio, mentre i Flatpak offrono una scelta più ampia su Flathub. Qui entra il mio parere: preferisco i Flatpak per la loro versatilità e perché Flathub sembra un bazaar digitale pieno di sorprese, come trovare un’app che non sapevi nemmeno di volere.

Installare pacchetti .deb manualmente

Non tutti i programmi sono nei repository o nell’App Center. A volte si scarica un file .deb dal sito ufficiale di un software, come Google Chrome o Visual Studio Code. Per installarli, si può usare il gestore grafico Gdebi, che semplifica il processo. Basta installarlo con:

sudo apt install gdebi

Poi, cliccando con il tasto destro sul file .deb, si seleziona “Apri con Gdebi” e si procede con l’installazione. In alternativa, dal terminale:

sudo dpkg -i nomefile.deb

Se ci sono dipendenze mancanti, un comando successivo risolve tutto:

sudo apt install -f

Questo metodo è utile per software di nicchia o versioni specifiche, ma richiede un po’ di attenzione per evitare conflitti.

Aggiungere repository esterni

Per i programmi più recenti o non inclusi nei repository ufficiali, si possono aggiungere repository esterni (PPA, Personal Package Archive). Ad esempio, per installare una versione aggiornata di Wine, si aggiunge il PPA ufficiale:

sudo add-apt-repository ppa:ubuntu-wine/ppa
sudo apt update
sudo apt install wine

Attenzione, però: i PPA vanno scelti con cura, solo da fonti affidabili, perché non sono controllati da Canonical. È come invitare qualcuno a casa: meglio sapere chi è.

Compilare dal codice sorgente, per i coraggiosi

Per i veri appassionati, c’è l’opzione di compilare un programma dal codice sorgente. È un processo avanzato, utile quando il software non è disponibile in altri formati. Si scarica il codice (di solito un file .tar.gz), si estraggono i file e si seguono le istruzioni nel file README. In genere, si usano comandi come:

./configure
make
sudo make install

Questo metodo richiede tempo e conoscenze, quindi è consigliato solo se non ci sono alternative. È come cucinare un piatto elaborato: soddisfacente, ma non per tutti i giorni.

Gestire i programmi installati

Una volta installati, i programmi si trovano nel menu delle applicazioni o si avviano dal terminale. Per rimuoverli, l’App Center ha una scheda “Installati” dove basta cliccare “Rimuovi”. Dal terminale, invece:

sudo apt remove nomeprogramma

Per eliminare anche i file di configurazione:

sudo apt purge nomeprogramma

Un trucco per tenere il sistema pulito è usare:

sudo apt autoremove

Questo rimuove le dipendenze non più necessarie. Inoltre, programmi come Synaptic (installabile con sudo apt install synaptic) offrono un’interfaccia grafica avanzata per gestire pacchetti, utile per chi vuole più controllo senza usare il terminale.

Qualche trucco finale

Per chi è senza connessione Internet, si possono scaricare pacchetti .deb su un altro PC e trasferirli con una chiavetta USB, installandoli poi con Gdebi o dpkg. Inoltre, per vedere tutti i programmi installati, un comando rapido è:

dpkg -l

Questo genera una lista completa, utile per fare ordine o per ripristinare un sistema. Infine, se un programma non si trova, siti come Flathub o Snapcraft sono ottimi punti di partenza per cercare alternative.

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